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Alla Scoperta di Novara di Sicilia

“Una Domenica al Borgo” continua alla scoperta di Novara di Sicilia.

Anticamente Noa, vocabolo di origine sicana, che significa “maggese” a indicare la vocazione agricola della zona, con i Romani cambiò in Novalia (campo di grano) e per gli Arabi fu Nouah. Novara di Sicilia affonda le sue radici nella preistoria: nelle contrade di Casalini, sotto Salvatesta e di Sperlinga presso San Basilio, esistono ripari sotto roccia dove gli uomini dell’età della pietra vivevano e lottavano contro le intemperie della natura.

Novara conserva il fascino antico anche per i preziosi mulini ad acqua che si trovano a poca distanza dal borgo. Il mulino “giorginaro”, situato lungo il torrente San Giorgio, è uno dei 14 che esistevano qui. Costruito nel Quattrocento, è attivo per gran parte dell’anno e di recente è stata ripresa la produzione di farine da grani antichi siciliani, tra cui timilia, russello e kamut.

Entrando nel borgo, le strade in pietra arenaria locale contribuiscono a esaltare l’architettura del centro storico.

Il Duomo di Santa Maria Assunta (secolo XVI) presenta una bella facciata monumentale con un’ampia scalinata; l’interno è a tre navate delineate da colonne monolitiche in pietra. L’abside ospita un coro ligneo settecentesco; di grande pregio sono l’altare del Sacramento in marmo intarsiato a smalto, il battistero in marmo cipollino locale sormontato da una cupoletta in legno, la statua dell’Assunta e il grande crocifisso in legno.

La costruzione dei muri, la collocazione delle colonne e la messa in opera degli altari è avvenuta lentamente nell’arco del XV secolo.

Prima del 1400, nella zona della navata di sinistra sorgeva la prima Chiesa del paese. La parte decorativa è stata portata avanti gradatamente fino al XIX sec.e modificata poi nel 1948 a seguito degli eventi bellici.

Le severe colonne monolitiche dai capitelli corinzi, le arcate e tutti i manufatti in pietra arenaria locale, che trionfano sulla monumentale facciata, sono opera degli scalpellini novaresi. Il campanile turrito realizzato durante il XVIII sec. è stato modificato con la sopraelevazione della guglia nel 1948.

Il complesso edilizio è stato colpito almeno sei volte dai vari sismi che si sono succeduti a partire dal 1693 sino al 1908 ma ad ogni ricostruzione ha conservato la sua secolare maestosità. Contribuiscono a dare magnificenza al sacro edificio dodici altari marmorei.

Adornano l’abside un coro ligneo a intagli (XVIII sec.), i quadri dello Spasimo o Caduta di Cristo di Antonio Catalano (1598), della Vergine del Carmelo (XVII sec.), di San Michele Arcangelo (1737), di Santa Venera (1607) e una grande tela dell’Assunta Incoronata Regina (1805).

La Cappella del SS. Sacramento custodisce le statue dei Santi Pietro e Paolo e vari bassorilievi di buona fattura. In fondo alla navata di destra vi è la Cappella della Madonna rivestita da marmi colorati in cui domina la splendida statua della Vergine Assunta, Protettrice Principale del paese, opera lignea (1764) di manifattura napoletana.

Nella stessa navata si possono ammirare il dipinto di San Giovanni Battista (1778), la luminosa statua lignea di San Michele Arcangelo (1864), il quadro della Vergine del Rosario (1889), il quadro di S. Anna (XVII sec.), la statua marmorea di San Biagio (1711) e la statua lignea di San Sebastiano (1500) proveniente dalla demolita omonima Chiesa.

Nella navata di sinistra sono esposti il quadro delle Anime Purganti, la statua di Maria del Carmelo (1886), il quadro di S. Ugo Patrono che venera l’Immacolata (1862), la statua lignea di San Filippo d’Agira (1721), il SS. Crocifisso ligneo e la statua dell’Addolorata (1854) dalla Chiesa San Sebastiano.

Entrando nella Chiesa a destra, si trovai il Battistero, costruito sull’area dell’antico campanile. Il tempietto, oltre al grande fonte battesimale in marmo cipollino, custodisce il gruppo marmoreo dell’Annunciazione di G. B. Mazzolo (1531).

Nella sacrestia inoltre si conservano: Il dipinto su tavola, raffigurante la scena dell’Annunciazione del Signore (1570) proveniente dall’Abbazia di Santa Maria La Noara, il dipinto ritenuto l’autentico ritratto di S. Ugo Abate Patrono, un grande Crocifisso ligneo (1865) proveniente dalla demolita Chiesa di San Sebastiano e altri quadri di valore.

Sotto l’abside esiste una Cripta, utilizzata sino agli inizi del 1900, che accoglie i resti mortali degli arcipreti, dei canonici e alcuni corpi mummificati.

Il Museo all’interno del complesso del Duomo custodisce parte degli argenti, ori e paramenti sacri in dotazione della Parrocchia, preziosi soprattutto per la valenza storica e artistica, la giara di S. Ugo, un grande turibolo bronzeo a forma di campanile gotico con figure a sbalzo, provenienti questi ultimi dalla antica Abbazia di Santa Maria La Noara (XII sec.) e altri oggetti d’arte sacra.

Molto più raccolta e intima è la Chiesa di San Francesco del secolo XIII, che è anche la più antica e la più piccola del borgo. Poco distante si trova la Chiesa dell’Annunziata (XVII sec.) a tre navate con colonne in pietra a sezione quadrata e diversi capolavori, tra cui un organo a canne del ‘700 e il gruppo gaginesco dell’Annunciazione.

Nella parte alta del paese sorge la Chiesa di sant’Ugo abate (XVII sec.), costruita con il monastero cistercense, successivamente distrutto, conserva un imponente reliquario ligneo, la giara di Sant’Ugo (un vaso arabo di bella fattura), un crocifisso ligneo e un dipinto su tavola raffigurante l’Annunciazione (1570).

Al centro del paese è situata la Chiesa di San Nicolò (XVII sec.) caratterizzata da un’artistica facciata in cima a una grande gradinata in pietra. Nella parte bassa del borgo si trovano invece le Chiese monumentali di San Giorgio Martire, del Seicento, oggi adibita ad auditorium, e quella di Sant’Antonio Abate, cinquecentesca, che conserva il portale in stile normanno e la torre campanaria a guglia, sontuosa e finemente decorata, oltre a custodire statue lignee e dipinti su tela.

Venite a visitare il Borgo di Novara di Sicilia dal 27 al 30 agosto 2020 in Esperienze Borghi di Sicilia compagnia di Discover Messina Sicily!

“Una Domenica al Borgo” continua alla scoperta di Novara di Sicilia.

Anticamente Noa, vocabolo di origine sicana, che significa “maggese” a indicare la vocazione agricola della zona, con i Romani cambiò in Novalia (campo di grano) e per gli Arabi fu Nouah.

Novara di Sicilia affonda le sue radici nella preistoria: nelle contrade di Casalini, sotto Salvatesta e di Sperlinga presso San Basilio, esistono ripari sotto roccia dove gli uomini dell’età della pietra vivevano e lottavano contro le intemperie della natura.

Novara conserva il fascino antico anche per i preziosi mulini ad acqua che si trovano a poca distanza dal borgo. Il mulino “giorginaro”, situato lungo il torrente San Giorgio, è uno dei 14 che esistevano qui. Costruito nel Quattrocento, è attivo per gran parte dell’anno e di recente è stata ripresa la produzione di farine da grani antichi siciliani, tra cui timilia, russello e kamut.

Entrando nel borgo, le strade in pietra arenaria locale contribuiscono a esaltare l’architettura del centro storico.

Il Duomo di Santa Maria Assunta (secolo XVI) presenta una bella facciata monumentale con un’ampia scalinata; l’interno è a tre navate delineate da colonne monolitiche in pietra.

L’abside ospita un coro ligneo settecentesco; di grande pregio sono l’altare del Sacramento in marmo intarsiato a smalto, il battistero in marmo cipollino locale sormontato da una cupoletta in legno, la statua dell’Assunta e il grande crocifisso in legno.

La costruzione dei muri, la collocazione delle colonne e la messa in opera degli altari è avvenuta lentamente nell’arco del XV secolo. Prima del 1400, nella zona della navata di sinistra sorgeva la prima Chiesa del paese. La parte decorativa è stata portata avanti gradatamente fino al XIX sec.e modificata poi nel 1948 a seguito degli eventi bellici.

Le severe colonne monolitiche dai capitelli corinzi, le arcate e tutti i manufatti in pietra arenaria locale, che trionfano sulla monumentale facciata, sono opera degli scalpellini novaresi. Il campanile turrito realizzato durante il XVIII sec. è stato modificato con la sopraelevazione della guglia nel 1948.

Il complesso edilizio è stato colpito almeno sei volte dai vari sismi che si sono succeduti a partire dal 1693 sino al 1908 ma ad ogni ricostruzione ha conservato la sua secolare maestosità. Contribuiscono a dare magnificenza al sacro edificio dodici altari marmorei.

Adornano l’abside un coro ligneo a intagli (XVIII sec.), i quadri dello Spasimo o Caduta di Cristo di Antonio Catalano (1598), della Vergine del Carmelo (XVII sec.), di San Michele Arcangelo (1737), di Santa Venera (1607) e una grande tela dell’Assunta Incoronata Regina (1805). La Cappella del SS. Sacramento custodisce le statue dei Santi Pietro e Paolo e vari bassorilievi di buona fattura.

In fondo alla navata di destra vi è la Cappella della Madonna rivestita da marmi colorati in cui domina la splendida statua della Vergine Assunta, Protettrice Principale del paese, opera lignea (1764) di manifattura napoletana.

Nella stessa navata si possono ammirare il dipinto di San Giovanni Battista (1778), la luminosa statua lignea di San Michele Arcangelo (1864), il quadro della Vergine del Rosario (1889), il quadro di S. Anna (XVII sec.), la statua marmorea di San Biagio (1711) e la statua lignea di San Sebastiano (1500) proveniente dalla demolita omonima Chiesa.

Nella navata di sinistra sono esposti il quadro delle Anime Purganti, la statua di Maria del Carmelo (1886), il quadro di S. Ugo Patrono che venera l’Immacolata (1862), la statua lignea di San Filippo d’Agira (1721), il SS. Crocifisso ligneo e la statua dell’Addolorata (1854) dalla Chiesa San Sebastiano.

Entrando nella Chiesa a destra, si trovai il Battistero, costruito sull’area dell’antico campanile. Il tempietto, oltre al grande fonte battesimale in marmo cipollino, custodisce il gruppo marmoreo dell’Annunciazione di G. B. Mazzolo (1531).

Nella sacrestia inoltre si conservano: Il dipinto su tavola, raffigurante la scena dell’Annunciazione del Signore (1570) proveniente dall’Abbazia di Santa Maria La Noara, il dipinto ritenuto l’autentico ritratto di S. Ugo Abate Patrono, un grande Crocifisso ligneo (1865) proveniente dalla demolita Chiesa di San Sebastiano e altri quadri di valore.

Sotto l’abside esiste una Cripta, utilizzata sino agli inizi del 1900, che accoglie i resti mortali degli arcipreti, dei canonici e alcuni corpi mummificati.

Il Museo all’interno del complesso del Duomo custodisce parte degli argenti, ori e paramenti sacri in dotazione della Parrocchia, preziosi soprattutto per la valenza storica e artistica, la giara di S. Ugo, un grande turibolo bronzeo a forma di campanile gotico con figure a sbalzo, provenienti questi ultimi dalla antica Abbazia di Santa Maria La Noara (XII sec.) e altri oggetti d’arte sacra.

Molto più raccolta e intima è la Chiesa di San Francesco del secolo XIII, che è anche la più antica e la più piccola del borgo. Poco distante si trova la Chiesa dell’Annunziata (XVII sec.) a tre navate con colonne in pietra a sezione quadrata e diversi capolavori, tra cui un organo a canne del ‘700 e il gruppo gaginesco dell’Annunciazione.

Nella parte alta del paese sorge la Chiesa di sant’Ugo abate (XVII sec.), costruita con il monastero cistercense, successivamente distrutto, conserva un imponente reliquario ligneo, la giara di Sant’Ugo (un vaso arabo di bella fattura), un crocifisso ligneo e un dipinto su tavola raffigurante l’Annunciazione (1570).

Al centro del paese è situata la Chiesa di San Nicolò (XVII sec.) caratterizzata da un’artistica facciata in cima a una grande gradinata in pietra.

Nella parte bassa del borgo si trovano invece le Chiese monumentali di San Giorgio Martire, del Seicento, oggi adibita ad auditorium, e quella di Sant’Antonio Abate, cinquecentesca, che conserva il portale in stile normanno e la torre campanaria a guglia, sontuosa e finemente decorata, oltre a custodire statue lignee e dipinti su tela.

Venite a visitare il Borgo di Novara di Sicilia dal 27 al 30 agosto 2020 in Esperienze Borghi di Sicilia compagnia di Discover Messina Sicily!

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