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I Vespri Siciliani

Questa è la storia dei Vespri Siciliani, che ha per luogo la città di Messina nel 1282.
Il protagonista è Carlo d’Angiò, già Re di Napoli che, avendo sconfitto Manfredi di Hohenstaufen nella battaglia di Benevento nel 1266, è divenuto anche Re di Sicilia.

L’incipit della rivolta dei Vespri siciliani fu un’offesa procurata da un soldato francese a una nobildonna palermitana, il giorno del Lunedì dell’Angelo, il 30 Marzo del 1282.

Questo fu solo un pretesto per la Sicilia di ribellarsi contro la dominazione angioina, dal momento che Carlo, a causa del suo governo dispotico, non era benvoluto dai nobili siciliani che, stanchi soprattutto delle pressioni fiscali, avevano offerto la corona di Sicilia a Pietro III d’Aragona, marito di Costanza di Hohenstaufen, ultima erede degli Svevi, figlia del defunto sovrano Manfredi.

Fu così che ebbe inizio la sanguinosa guerra dei Vespri durata quasi un secolo, combattuta in due fasi (la prima dal 1282 al 1202, la seconda dal 1313 al 1372), che vide contendersi il trono di Sicilia tra gli Aragonesi (sostenuti dai siciliani) e gli Angioini (sostenuti dal Papa).

Da Napoli Carlo, consapevole che non sarebbe mai potuto penetrare in Sicilia se non conquistando Messina, iniziò la sua discesa verso l’isola, e pianificò l’assedio della città dello Stretto, all’epoca comandata dal capitano Alaimo di Lentini che si impegnò ad organizzare la resistenza nella città.

Il primo assalto navale fu il 2 giugno 1282, respinto dai siciliani, e un nuovo sbarco avvenne il 25 luglio. Nuovamente, in agosto, si tentò un assalto, non dal mare stavolta ma dai colli, ancora respinto.

Alla guerra dei Vespri siciliani parteciparono tutti i centri dell’isola, tranne Sperlinga, che divenne l’unico caposaldo fedele agli Angioini e dove i soldati si asserragliarono nel Castello per più di un anno.

Le donne messinesi dei Vespri Siciliani

L’assedio di Messina durò fino a tutto il mese di settembre 1282. La città dello Stretto, ben fortificata con alte e spesse mura lungo la cortina del porto e lungo i torrenti navigabili, respingeva i nemici dal Colle della Caperrina, luogo che per la sua posizione privilegiata permetteva di controllare un vasto territorio che si estendeva da Capo Peloro fino al porto.

Inoltre, su quelle alture si trovava il Castello di Roccaguelfonia o di Matagrifone.

È qui che le cronache del tempo ambientano l’efficace intervento di due fanciulle messinesi, Dina e Clarenza. Ricordate come eroine della città, si racconta che mentre i soldati messinesi riposavano tra una incursione e l’altra, entrambe stavano di vedetta in attesa del nemico angioino.

Una notte, ecco i nemici avvicinarsi, le ragazze cominciarono a suonare le campane per svegliare i soldati dell’esercito. Così riuscirono a impedire ai francesi la conquista di Messina.

Un’altra donna nota nei libri di storia locale è Macalda di Scaletta, moglie di Alaimo da Lentini. Donna ribelle, ambiziosa e intelligente, si ricorda di lei il suo coraggio e l’abilità nel gioco degli scacchi.

Si dice che abbia sedotto più di una volta il re Pietro III d’Aragona, e che avesse molti amanti con cui consumava rapporti clandestini nel Castello di Scaletta. Nel 1285 fu arrestata e imprigionata a Messina nella torre carceraria del Castello di Roccaguelfonia, condannata a morte con l’accusa di congiura e alto tradimento alla corte aragonese (sorte che toccò anche al marito in Cataluña).

La Dama Bianca e il Santuario di Montalto

Durante l’ennesima incursione a Messina, l’8 Agosto del 1282, apparve ai soldati una Dama Bianca, che con il suo manto candido proteggeva le mura della città. La Dama Bianca impedì di fatto l’assedio, e si racconta che le frecce dei nemici al toccare il suo manto tornassero indietro.

L11 Giugno 1286, frate Nicola ricevette in sogno la visita della Dama Bianca che gli chiedeva di farsi portavoce presso il Senato di Messina della costruzione di un santuario dedicato a Lei nel punto in cui l’indomani a mezzogiorno avrebbe inviato una colomba a indicare il luogo esatto.

E così il giorno seguente la colomba volò proprio sul Colle della Caperrina, dove avvenne la sanguinosa rivolta dei Vespri Siciliani, e nel 1294 alla presenza della regina Costanza si inaugurò il Santuario della Madonna delle Vittorie (noto anche come Santuario di Montalto, trovandosi nella zona panoramica della città).

Il Santuario comprendeva anche un Monastero, gestito fino al 1866 dalle monache cistercensi. Il Santuario ebbe molta fama e iniziarono a verificarsi numerosi miracoli attribuiti alla Dama Bianca.

Nel 1300 un mercante in transito nello Stretto di Messina fece il dono di una icona bizantina della Madonna con il Bambino, rimasta sotto le macerie del terremoto del 1908 per 3 mesi.

Nel 1571, rientrato a Messina al termine della Battaglia di Lepanto, il principe Don Giovanni d’Austria vi si recò a ringraziare la Madonna delle Vittorie del successo sugli ottomani, e donò la statua della Madonna che si trova oggi in cima alla facciata (tra i SS. Pietro e Paolo).

L’interno della chiesa era decorato con delle tele settecentesche (di cui oggi si conservano 5 esemplari) che ripercorrono i momenti della Guerra dei Vespri.

Ogni giorno a mezzogiorno, durante il famoso spettacolo del Campanile del Duomo di Messina, dopo che le statue di Dina e Clarenza danno i rintocchi di campana, assistiamo al Volo della Colomba e alla fondazione del Santuario di Montalto.

In foto, I Vespri Siciliani di Hayez, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma).

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