Lo sapevi che… a Roccalumera si trova una torre saracena?
In questo caso, il termine “saracena” è leggermente improprio poichè la costruzione risale probabilmente agli inizi del ‘400 quindi è più probabile che voglia indicarne l’aspetto medievale e antico, anche se non mancano ipotesi sulla datazione intorno al XII sec.
È chiamata “Torre Sollima”, dal nome della nobile famiglia proprietaria della costruzione nel XVI secolo, ed è conosciuta anche come “Torre Ficara”, dall’arabo “fakhar” che significa importante.
Anticamente era una torre di guardia che costituiva il sistema difensivo delle torri costiere della Sicilia ed era in costante contatto con il Castello Pentefur della Baronia di Savoca, alla cui giurisdizione dipendeva Roccalumera fino al XVII sec.
Le funzioni della torre, costruita lungo la zona costiera, erano di avvistamento e di prima difesa e all’occorrenza fungeva anche da rifugio per gli abitanti della zona in caso di incursioni dei pirati.
Scomparso il pericolo dei pirati, la torre fu adibita a torre telegrafo e metteva in comunicazione il paese di Roccalumera fino alla contrada detta “Zia Paola”, dal nome della locanda situata sulla Marina di Pagliara dove i viandanti si fermavano per rifocillarsi, con la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto.
Nel 1578 la Torre presentava una struttura con un tetto conico, due lucernari sulla parte superiore, una porticina d’ingresso posta al di sopra della zoccolatura e, di fianco, alla stalla per il “cavallaio”.Dopo il 1830 furono aperte, nella parte superiore, due finestre a sesto acuto in pietra bianca e il tetto fu arricchito da una notevole merlatura che fungeva da terrazzo.
Nel 2000 la Comunità Europea finanziò i lavori di ristrutturazione della torre e nel 2001 è diventata una sezione del Parco Letterario Salvatore Quasimodo, che ha sede nella vicina stazione ferroviaria di Roccalumera, ormai dismessa, dove si svolgono numerosi meeting e manifestazioni.
Nato a Modica, Premio Nobel per la Letteratura nel 1959, a Roccalumera Quasimodo era solito trascorrere le vacanze estive presso la casa dei nonni paterni situata sulla Via Umberto. Quasimodo ricorda il fratello morto in giovane età nella poesia intitolata “Vicino ad una Torre Saracena per il fratello morto”, riprodotta su una lapide di marmo posta all’esterno: la torre è definita come “un arcobaleno d’aria e pietra”, luogo di giochi e spensieratezza degli anni dell’infanzia vissuti con i fratelli.
All’interno si conserva un quadro del 1600 proveniente dal Museo Nazionale di Stoccolma che rappresenta la torre nel suo aspetto originale, e le famose gouaches (bozzetti a guazzo), dipinte personalmente da Salvatore Quasimodo e che ricordano la sua infanzia a Roccalumera.
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