Nell’anno 42 d.C. l’apostolo San Paolo giunse sulla costa messinese, nel villaggio di Briga Marina, durante la sua missione di evangelizzazione del Mediterraneo: al sentire le sue parole, si racconta che i cittadini gettarono in mare le icone pagane abbracciando la fede cristiana e venerando la Madonna e la parola di Gesù.
Così, per celebrare questo straordinario evento di conversione, il Senato messinese decise di inviare a Gerusalemme una delegazione di ambasciatori che facessero visita alla Madonna.
Vennero quindi ricevuti con grande orgoglio che la Madonna consegnò loro una lettera in cui si dichiarava perpetua protettrice di Messina, legandola con una ciocca dei suoi capelli, tutt’ora conservati come sacra reliquia e portati in processione il giorno della festa patronale.
A testimonianza di questo evento di grande importanza storica, Flavio Lucio Destro scriveva nel 430 d.C.: “Celebre è presso i messinesi la memoria della dolce epistola scritta dalla Beata Vergine Maria”.
Il vero e proprio culto della Madonna della Lettera, tuttavia, iniziò ad affermarsi solo nel 1716, quando il monaco basiliano Gregorio Arena portò a Messina la traduzione della lettera di Maria ai Messinesi: da allora, la Madonna della Lettera assunse il ruolo di Patrona e si stabilì di celebrare la festa il 3 giugno di ogni anno (salvo coincidenze con altre feste liturgiche corrispondenti in questa data).
In questa occasione, il dipinto che raffigura la Madonna col Bambino sull’altare maggiore della Cattedrale (un rifacimento di Adolfo Romano poiché l’originaria, antichissima icona fu distrutta durante l’incendio sviluppatosi nel 1254, nel corso dei funerali di Corrado IV) viene ricoperto, soltanto quel giorno, della preziosa Manta d’oro, opera di Innocenzo Mangani del 1668, conservata all’interno del museo del Tesoro del Duomo, realizzata con gli ex voto dei cittadini.
Lo stesso giorno avviene anche la processione in cui il simulacro d’argento percorre le vie della città con grande partecipazione dei fedeli. La Varetta processionale venne realizzata nel 1626 e nel 1902 venne arricchita con una statuetta d’argento alta 90 centimetri raffigurante la Madonna della Lettera, opera dello scultore Lio Gangeri.
Su questo modello Tore Calabrò realizzò nel 1934 la statua in bronzo dorato posta sulla colonna votiva sulla falce del porto di Messina.
Alla base, si trovano raffigurazioni a rilievo relativi alla città di Messina: lo stendardo di Messina, una veduta della città con la nave che parte per Gerusalemme, la Madonna che consegna la Lettera agli ambasciatori e la stele votiva nella penisola falcata con in cima la “Madonnina”.
Dietro la statua si eleva un turibolo variamente decorato sulla cui cima, durante la processione del 3 giugno, viene collocata un’urna di cristallo di rocca contenente la reliquia dei “Sacri Capelli”.
In occasione della festa del 2018, è possibile ammirare presso il Duomo di Messina una traduzione della Lettera in lingua cinese, effettuata da Padre Metello Saccano, missionario gesuita in Vietnam intorno alla metà del XVII secolo: il manoscritto fu conservato nel Noviziato messinese, poi al Senato, successivamente al Museo Civico Peloritano e finalmente al Museo Regionale MUME.