Le origini del Santuario di Montalto. Correva l’anno del Signore 1282 e la guerra del vespro, scoppiata a Palermo il 30 di marzo dello stesso anno, era divampata feroce anche a Messina. Il 28 aprile i messinesi, armati soprattutto di fede, accolsero il segno della rivolta dato dal popolano Bartolomeo Maniscalco, e, abbattute le insegne del re Carlo d’Angiò, per liberarsi della tirannia francese posero la loro speranza nel materno aiuto della SS. Vergine.
Non a torto scrisse lo storico Nicolò Speciale:
“I francesi avevano posto la certezza di vincere nelle armi, Messina invece sperava in Dio”.
Venne eletto comandante Alaimo Leontino e nella memorabile battaglia della notte dell’8 agosto del 1282, divampata sulla Capperrina, punto chiave della difesa della città, ebbero una parte preponderante le donne, da Dina e Clarenza ad una Signora biancovestita che copriva con dei veli i punti più vulnerabili delle mura, come riportato dal noto storico Bartolomeo da Neocastro che così raccontava l’accaduto:
“Sappi, o figlio, che quella Dama Bianca di cui parlano anche i nemici, è la gloriosa Vergine, la Santa Madre di Dio, che con il manto della pietà e potenza, protegge e governa il popolo di Messina a Lei devoto”.
La chiesa fu fondata il 12 giugno 1294, per esplicita richiesta della Madonna e con il corale concorso di tutta la città. Secondo quanto racconta il Samperi, infatti, un fraticello di nome Nicola, che viveva in un piccolo romitorio alle falde del colle, sollecitato da una visione della Vergine Santa, aveva convocato sull’altura i capi della città e il popolo, e lì, a mezzogiorno del 3 giugno 1294, una bianca colomba scese dall’alto e, volteggiando a fil di terra, segnò il perimetro della chiesa che la Madonna voleva eretta sul colle.
Il nuovo Santuario venne affidato alle suore cistercensi che per circa 6 secoli (fino alla soppressione del 7/7/1866) ne curarono il culto. Dopo il terremoto del 1908, quando la città tutta, compresa la chiesa, fu rasa al suolo, fu dalla spianata del Santuario che l’11 giugno del 1909, all’Ave Maria, le campane della Madonna diedero per la prima volta i rintocchi gioiosi alla città ancora scioccata, aprendo il cuore alla speranza.
Il Santuario di Montalto
L’attuale chiesa fu ampliata nel 1928, accogliendo un antico generale desiderio, realizzando la facciata, coi due magnifici campanili ai lati, ad oriente in vista della città. Il nuovo tempio occupa un’area di circa 500 mq., concepito con una navata con crociera e pavimentato con marmi di vari colori. Il soffitto è stato decorato con figure bibliche e simboli religiosi.
Il nuovo Santuario fu benedetto il 31 dicembre 1930 dall’Arcivescovo Mons. Paino il quale, nel 1925, lo aveva dotato di 27 campane realizzate con i cannoni tolti al nemico alla fine della prima guerra mondiale.
Nel 1946 il Santuario venne affidato alle cure dei figli di S. Alfonso Maria dei Liguori, i Padri Redentoristi.
Nel giugno del 1948, S.E. Mons. Paino, diede inizio alla “Peregrinatio Mariae” conclusa il 1° gennaio 1950 con la solenne incoronazione della Vergine e consacrazione della diocesi al Suo Cuore Immacolato.
Altro momento memorabili fu l’Anno Mariano del 1954.
Il primo Gennaio 1965 veniva eretto canonicamente in chiesa parrocchiale e il 30 Dicembre 1967 l’erezione otteneva il riconoscimento giuridico del Capo dello Stato.
Il primo Giugno 1968, Mons. Francesco Fasola, riconsacrava il tempio che, dopo la ricostruzione del 1928, era stato soltanto benedetto, ma la festa liturgica della consacrazione restava confermata al 12 Giugno, così come era fissata nell’antico proprio dell’Archidiocesi di Messina. Solenni furono anche le Celebrazioni del 7° Centenario (1282 — 1982).
Dall’agosto del 2003 la custodia del Santuario è ritornata alla Diocesi di Messina e affidata ad un sacerdote diocesano.
Il Santuario di Montalto, con i suoi oltre sette secoli, di storia è il luogo della memoria della città che ricorda l’amore della SS. Vergine per Messina e i gesti valorosi e gloriosi compiuti dai messinesi in suo nome e con il suo aiuto.
L’apparizione della Madonna sul colle della Capperrina rese sacro questo luogo venerato ancora oggi dai pellegrini e dai messinesi.