Negli ultimi anni, e soprattutto a seguito del periodo di arresto forzato del comparto turistico, si è tornato a parlare del turismo delle radici. Questa forma di turismo delle origini (detta anche turismo genealogico) riguarda una fetta consistente della popolazione mondiale pari a circa 80 milioni, i cui antenati sono emigrati dal loro paese d’origine (dall’Europa soprattutto) a partire dalla seconda metà dell’800 verso nuovi mondi, per motivi sostanzialmente economico-politici: una scelta tutt’altro che facile, se pensiamo che numerosi nuclei familiari si sono definitivamente separati. Dall’Unità d’Italia fino al 1985 gli emigrati dal nostro Paese sono stati circa 29 milioni, di cui almeno 18 milioni non sono più ritornati risiedendo stabilmente all’estero.
La prima ondata del XX secolo dall’Italia è da collocare tra il 1901 e il 1920: si tratta del flusso migratorio più rappresentativo del secolo scorso in quanto ha registrato più di 5 milioni di partenze dal nostro Paese, di cui ben 4 milioni verso l’America del Nord (USA e Canada) e 1 milione verso la sola Argentina. Un dato sicuramente significativo è che il 36% (più di un milione) proveniva dalla Sicilia mentre il 30% dalla Campania, seguiti da Calabria e Sardegna. È evidente che gran parte degli emigrati proveniva dall’Italia, dal Meridione in particolare, associato molto spesso anche ai giorni nostri a difficoltà lavorativa generata dalla mancanza di industrie e con un tasso di disoccupazione pari a 695 mila nel 2020 (1% della popolazione nazionale).
Nel ventennio successivo (1921-1940), America del Nord e America del Sud registrano un’ondata di 1.345.000 italiani (di cui più del 54% di arrivi in Argentina). Arrivando agli anni ‘60, gli immigrati italiani nel mondo costituiscono ancora un numero consistente in America del Nord (455.000) e in Argentina (poco più di 300.000). Nello stesso periodo, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, si afferma un notevole movimento migratorio verso l’Australia pari a circa 250.000 immigrati provenienti dall’Italia (Veneto, Calabria e Sicilia).
Negli anni ’90 il caso degli immigrati italiani nel mondo è stato portato in TV durante lo show Carràmba! Che sorpresa: il format del famosissimo programma, condotto da Raffaella Carrà, prevedeva di sorprendere il pubblico presente in studio e non sono mancati ricongiungimenti inaspettati di parenti che vivevano all’estero, in particolar modo in Sud America e in Argentina: per le otto edizioni di messa in onda dello show televisivo si sono ritrovate ben 250 famiglie di origini italiane tra abbracci, lacrime ed emozioni.
Immigrati italiani nel mondo protagonisti del turismo delle radici
Oggi nel 2022 sono oltre 5 milioni gli immigrati italiani nel mondo che risiedono all’estero: la maggiore concentrazione è registrata in Argentina seguita da Germania, Svizzera, Brasile, Francia, Regno Unito, Belgio, USA, Spagna, Australia, Canada, Venezuela, Uruguay, Cile. Parallelamente, i discendenti diretti degli immigrati italiani nel mondo sono 80 milioni: si tratta di figli, nipoti, pronipoti e parenti collaterali dei protagonisti delle ondate migratorie che hanno animato in special modo il secolo scorso.
L’Italia rappresenta per alcuni un lontano ricordo, per altri invece la madrepatria con cui ristabilire un legame, una connessione. È così che ai giorni nostri, dopo oltre un secolo dalle prime ondate migratorie, i discendenti degli immigrati italiani nel mondo, spinti dal desiderio di scoperta della propria identità e delle proprie origini, decidono di intraprendere il viaggio (root travel) con destinazione il luogo di nascita dei loro bisnonni e antenati.
Nasce così il turismo delle radici, un ramo del turismo culturale e molto più del turismo esperienziale, dove poter visitare e vedere dal vivo quei luoghi conosciuti solo attraverso i racconti e i ricordi dei nonni. Un’esperienza in cui la famiglia diventa destinazione, dove una semplice vacanza si trasforma in riscoperta del proprio passato.
Lo sapevi che sono messinesi? Immigrati italiani nel mondo che hanno origini siciliane
Jill Tracy Jacobs Biden, moglie del 46° presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden. La First Lady è italo-americana: le sue origini italiane vanno rintracciate in Sicilia e in particolare a Messina. Il bisnonno Placido Giacoppo partì per gli Stati Uniti da Gesso, uno dei 48 casali o villaggi collinari della città di Messina, nel 1900 quando il padre di Jill, Domenico, aveva appena un anno. Una volta giunti in America, i Giacoppo cambiarono il loro cognome nella versione americana Jacobs, per evitare storpiature.
È documentato dagli archivi che una famiglia originaria di Gesso emigrò a Hammonton, cittadina del New Jersey dove è nata Jill nel 1951, e donò un altare alla Chiesa Madre di Gesso dedicata a Sant’Antonio Abate, protettore della frazione messinese, come riporta un’iscrizione posta sul lato dell’altare. Caterina Giacoppo, figlia del cugino del nonno di Jill, cugina di ottavo grado della First Lady, durante un’intervista nel 2020 ha invitato la cugina a Gesso per offrirle un pranzo a base di pietanze tipiche messinesi: la pasta ‘ncasciata, le braciole, la parmigiana di melenzane e i cannoli siciliani. In questo invito consiste il turismo delle radici, e potrebbe essere l’occasione per Jill di conoscere la sua terra di origine.
Bartolo “Buddy” Valastro Jr., conosciuto come il Boss delle torte per via del reality show Cake Boss, è per metà di origini messinesi. Il padre, Bartolo Valastro Sr., era nato a Lipari, tanto da chiamarsi come il Santo Patrono dell’arcipelago eoliano: giunse negli States in New Jersey nel 1953 all’età di 15 anni, nel 1964 comprò la pasticceria Carlo’s Bakery appartenuta a un altro pasticcere italiano, Carlo Guastaferro, dal 1910.
Un anno dopo sposò Maria “Mary” Tubito, anche lei di origini italiane (Altamura, provincia di Bari), emigrata negli USA nel 1954. Buddy nasce il 3 Marzo del 1977 a Hoboken dove gestisce la pasticceria di famiglia dal 1994 insieme alle tre sorelle maggiori. Sua moglie, Elisabetta “Lisa” Belgiovine, è italoamericana originaria di Molfetta (provincia di Bari). Buddy e tutta la sua grande famiglia sono stati in Italia per due volte: nel 2011 tra Lipari e Taormina, mentre nel 2016 in Puglia.
Nel 2013 ha ricevuto la cittadinanza onoraria a Lipari. Un bell’esempio di turismo delle radici, viaggiare per riscoprire le proprie origini italiane.
Al Pacino (Alfredo James Pacino) è nato il 25 aprile del 1940 nel quartiere di East Harlem (Manhattan, NY) da genitori italo-americani: Salvatore Pacino e Rose Gerardi, entrambi discendenti di immigrati siciliani. I nonni paterni Alfio Pacino e Giuseppina Latteri emigrarono negli USA nel 1908 ed erano originari di San Fratello, piccolo comune situato in provincia di Messina: nel 2020, in occasione dell’80° compleanno dell’attore, gli è stato regalato l’abito tradizionale indossato durante la Settimana Santa di San Fratello (Festa dei Giudei). La famiglia della madre arrivava invece da Corleone (Palermo).
Stefani Joanne Angelina Germanotta, in arte Lady Gaga, è originaria della provincia di Messina. Antonino, il bisnonno paterno della popstar italoamericana, era infatti emigrato da Naso, piccolo comune sui Nebrodi, per raggiungere gli USA nel 1908. Nel 2018 la star ha incontrato i suoi parenti siciliani a Milano in occasione di un suo concerto, ai quali ha promesso di andare in Sicilia per conoscere i suoi luoghi d’origine: su questa esperienza si ispira il turismo delle radici.
Un’altra cantante con origini messinesi è Natalie Jane Imbruglia, nata a Sydney il 4 febbraio del 1975: il padre Elliot era nato a Lipari, mentre sua madre Maxene Anderson è australiana di origini europee.