I templi di Agrigento sono forse i resti di epoca greca più famosi della Sicilia; essi incantarono persino lo scrittore tedesco Goethe, che nel suo “Viaggio in Italia” scrive: “Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol[…]verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone”.
La Valle dei templi di Agrigento è indubbiamente una tappa obbligata per chi vuole scoprire la magnificenza dell’architettura greca nella nostra isola.
Templi di Agrigento, sito UNESCO dal 1997
Akragas, l’odierna Agrigento, fu fondata da coloni greci, gelesi e rodesi, intorno al 580 a.C., su un altopiano protetto dai colli e circondato dai fiumi Akragas e Hypsas. Tra il VI e il V sec. a.C., la città ebbe un notevole sviluppo urbanistico cui appartengono i resti visibili oggi e la cinta muraria dell’area archeologica di Agrigento.
Distrutta dai Cartaginesi nel 409 a.C., fu poi ricostruita e crebbe anche dal punto di vista demografico. Nel periodo romano la città assunse il nome di Agrigentum e fu dotata di nuovi edifici pubblici tra cui almeno due tempietti, un bouleterion e un teatro; a questo periodo appartengono anche alcune case visibili nell’area archeologica di Agrigento nel cosiddetto quartiere ellenistico romano.
La Valle dei templi di Agrigento è diventata patrimonio dell’Unesco dal 1997 ed è caratterizzata dai resti di 11 templi, tra cui spiccano il tempio della Concordia, così chiamato per via di una iscrizione latina trovata nelle vicinanze, edificato nel V secolo e trasformato in un tempio cristiano nel VI secolo, il tempio di Hera Lacinia o di Giunone, anch’esso risalente al V secolo, il tempio di Zeus, costruito dopo la vittoria della battaglia di Himera sui Cartaginesi (480 – 479 a.C.) per onorare il padre degli dei.
L’area archeologica di Agrigento conserva anche opere idrauliche come gli ipogei o il giardino della Kolymbethra, una sorta di piscina utilizzata dai romani per i giochi acquatici, ma che in epoca greca rappresentava un punto di incontro per gli abitanti di Akragas.
Nel periodo medievale il giardino fu trasformato in canneto per la coltivazione della canna da zucchero e intorno al Settecento divenne un agrumeto. Oggi vi si trovano varie piante e diversi tipi di alberi da frutto (aranci, mandorli, ulivi, carrubi…), tipici dell’area mediterranea.
All’interno della valle dei templi di Agrigento si trova anche Villa Aurea, che dal 1921 al 1932 fu la dimora del capitano della marina inglese Sir Alexander Hardcastle, il quale, appassionato all’archeologia, comprese subito che la valle dei templi era un tesoro inestimabile, ma abbandonato, per cui decise di acquistare la villa per rimanere vicino agli scavi e di iniziare dei lavori per valorizzare l’area archeologica.
La villa, edificata alla fine dell’Ottocento, è situata lungo le mura nei pressi di Porta Aurea (porta da cui entrarono i romani dopo un lungo assedio nel 2010 a.C.).
Sir Hardcastle spese le sue ricchezze per finanziare numerosi lavori di scavo e finì in copertina sul Times, con i templi alle spalle. Ridotto in miseria a causa del crollo della Borsa di Wall Street del 1929, il nobile inglese dovette vendere Villa Aurea allo Stato italiano e, ricoverato nel manicomio di Agrigento a causa di una depressione, morì nel 1933.
Il giardino di Villa Aurea Agrigento, in parte realizzato sui resti di una necropoli paleocristiana con ipogei e tombe ancora visibili, offre un vero viaggio nella macchia mediterranea, tra specie esotiche ed esemplari rari, come l’Eucalyptus erythrocorys, forse unica presenza nei giardini storici siciliani. La villa dal 2008 è la sede di rappresentanza del Parco archeologico e ospita mostre temporanee e manifestazioni.
L’area agrigentina offre anche altro oltre al parco archeologico; trascorrendo un weekend ad Agrigento è possibile ammirare non solo la magnificenza dei resti greco-romani, ma anche lo splendore del centro storico. La città odierna infatti si sviluppò intorno al periodo arabo normanno, quando fu chiamata Girgenti.
Il centro storico è caratterizzato da vari edifici di epoca medievale (chiese, conventi, palazzi), molti dei quali mostrano il cosiddetto stile chiaramontano, uno stile architettonico che si diffuse in Sicilia nel XIV secolo.
Agrigento è senza dubbio una meta turistica da non perdere e potreste approfittare del weekend organizzato da Discover Messina Sicily, dove oltre a visitare i templi di Agrigento, vi porteremo alla scoperta della bianchissima Scala dei Turchi, il magnifico Teatro di Andromeda e il sito archeologico di Eraclea Minoa.