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Un’esperienza da non perdere: il MuMe

Il Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, anche conosciuto come MuMe, offre la possibilità di conoscere la storia e la cultura artistica messinese; sia all’esterno che all’interno del museo infatti si ha la possibilità di ammirare manufatti e opere pittoriche che attraversano varie epoche e che danno modo di capire l’evoluzione della storia e dell’arte a Messina. L’edificio inoltre ospita alcune opere dei più grandi maestri della storia dell’arte italiana.

Istituito nel 1806 dalla Reale Accademia Peloritana, su iniziativa di Carmelo La Farina, che ne fu anche il primo direttore, il Museo Civico Peloritano (come fu chiamato all’epoca il Museo di Messina) collezionò in quel periodo opere provenienti da privati e una raccolta di dipinti dal XIV al XVIII secolo di proprietà del Senato messinese. La sede iniziale si trovava in via Rovere presso l’archivio notarile e successivamente presso alcuni locali dell’Università.

In seguito alle leggi eversive del 1866, che permettevano l’espoliazione di beni ecclesiastici, la collezione museale si incrementò ed il museo fu trasferito prima in un edificio in via Peculio Frumentario e poi nell’ex monastero di S.Gregorio, dove si continuò l’incameramento dei beni.

L’ex monastero rimase sede museale fino al terremoto del 1908, quando a causa dell’attività sismica l’edificio venne seriamente danneggiato e si persero alcune opere d’arte.

Tra il 1909 ed il 1911 si provvide al recupero dei beni artistici e del materiale scultoreo e architettonico rovinato durante il terremoto e li si raccolse nella spianata di S.Salvatore dei Greci ed in altri edifici adibiti a magazzini (ad esempio la Dogana o l’ex chiesa di Santa Maria Alemanna).

Dal 1912 l’architetto F. Valenti si occupò del progetto di costruzione del nuovo museo di Messina in zona San Salvatore dei Greci, utilizzando anche i locali dell’ex filanda Mellinghof. Il progetto però venne bocciato a causa dei costi e fu ripresentato solo nel 1915, quando per decreto regio il Museo Civico fu statalizzato.

A seguito di varie vicende burocratiche, il progetto originale con alcune modifiche fu approvato solo nel 1925.

Nel 1939 Armando Dillon, all’epoca soprintendente dei beni della Sicilia orientale, fu incaricato di redigere un progetto per adattare a sede museale il Monte di Pietà, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale interruppe i lavori.

Inoltre le truppe tedesche e inglesi si stanziarono nella rada di San Salvatore dei Greci ed i beni museali furono sottoposti a ruberie (atti per di più avvenuti anche in seguito al terremoto del 1908).

Nel 1949 fu nominata direttrice del Museo di Messina Maria Accascina, la quale finalmente si occupò di redigere un primo inventario dei beni museali e iniziò una selezione del materiale lapideo e architettonico esposto nella spianata.

Nel 1954 venne inaugurato il nuovo museo, che divenne regionale nel 1977. Negli anni 80 furono presentati altri progetti di rinnovo del museo ed i lavori terminarono nel 1995; vi furono poi ulteriori interventi ed il Museo regionale di Messina aprì finalmente al pubblico nel 2017.

Oggi, già l’esterno del Mume Messina si presenta affascinante dal punto di vista storico ed artistico; è infatti possibile ammirare materiale lapideo di diverse epoche, da una tomba a camera ellenistica, ai capitelli originali medievali del Duomo di Messina, alla ricostruzione di 2 delle 4 fontane di via Cardines.

All’interno, il percorso espositivo segue un ordine cronologico che parte da un’area archeologica in cui si conservano alcuni manufatti fittili di epoca preistorica e naturalmente resti ed opere del periodo ellenistico (in particolare un cratere a figure nere su fondo rosso) e romano.

In quest’area è visibile anche la parte adibita a colatoio appartenuta al monastero di S.Salvatore dei Greci.
Si passa poi nelle sale che custodiscono dipinti e opere che vanno dal Medioevo in poi, dove si possono ammirare sia manufatti scultorei e dipinti di artisti locali che di grandi maestri quali Antonello da Messina, Annibale Carracci, Girolamo Alibrandi, Giovanni Angelo Montorsoli (si conserva infatti al museo la statua originale del Nettuno) , Michelangelo Merisi detto Caravaggio.

Il Museo inoltre espone anche una bellissima carrozza senatoria del XVII sec. e vari arredi sacri provenienti da diverse chiese.

Naturalmente non voglio anticiparvi niente di più. Il mio consiglio è di approfittare delle esperienze con Discover Messina per godere pienamente delle bellezze del MuMe.

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