Il mondo intero sta ancora attraversando un lungo e frustante periodo di crisi a causa della pandemia da sars-COV2. Non è ancora tempo di fare bilanci, ma è già evidente che nessun segmento del turismo deve affrontare un futuro più incerto di quello dei viaggi in crociera. Su scala globale, secondo le stime emerse in questi ultimi mesi, il 2020 per il crocierismo si è chiuso con un -80% rispetto al 2019, facendo precipitare la movimentazione e i fatturati dei viaggi in crociera ai valori registrati negli ultimi anni dello scorso secolo.
Viaggi in crociera: come funzionano ai tempi del Covid?
Per le crociere in Italia, nel 2020 e in questi primi mesi del 2021, solo pochissime compagnie di navigazione sono riuscite a salpare e ad approdare nei porti italiani. MSC Crociere è ripartita nell’agosto 2020 e subito dopo anche Costa Crociere ha preso il largo, entrambi con Crociere nel mediterraneo e scali italiani fra i quali anche il porto di Messina.
Per altri viaggi in crociera nel mondo, ad esempio, Royal Caribbean con la sua “Quantum of the Seas” è riuscita a mollare gli ormeggi da Singapore, ma solo per navigare e approdare nei porti più vicini.
I protocolli igienico-sanitari adottati per questi viaggi in crociera sperimentali al tempo della pandemia sono molto severi: dall’imbarco alla navigazione e soprattutto per le escursioni a terra.
Nei vari porti sono state introdotte le cosiddette “bolle”, non quelle allegre e divertenti di sapone ma dei corridoi bio securitari che vietano ogni forma di contatto fisico e sociale con la popolazione autoctona. Una misura talmente drastica da rendere poco soddisfacente per gli ospiti le visite a terra e molto invalidante per le località portuali, private dei benefici socio-economico derivanti dagli approdi delle navi dei viaggi in crociera.
Crociere nel mondo: gli effetti della pandemia e turismo in crisi.
Ma i dati più allarmanti restano ben altri: per una grande fetta di mercato viaggiare in crociera è ancora sinonimo di rischio e gli esiti per il crocierismo potrebbero essere più devastanti di quanto gli stessi armatori osano ancora ammettere.
Un recente studio pubblicato dalla University of Western Australia (Cruising through a pandemic: the impact of COVID-19 on intentions to cruise), ha rivelato come nel Regno Unito e in Australia un sorprendente 67% degli intervistati non sia ancora disposto a viaggiare in crociera a causa della emergenza pandemica e il rischio di contagio.
Malgrado sia trascorso oltre un anno alcune tremende immagini dei viaggi in crociera sono ancora impresse nella mente di tanti potenziali viaggiatori, come quelle degli ospiti e dell’equipaggio intrappolati nelle loro cabine per un focolaio scoppiato a bordo della Diamond Princess al largo della costa del Giappone e poi bloccati in porto per altre tre settimane.
Contestualmente, appena qualche giorno dopo, altre terrificanti immagini di viaggi in crociera sono state trasmesse in mondovisione, con le 1.500 persone infettate sulle navi di Carnival Corporation in quella che al tempo divenne la più grande concentrazione di casi di covid-19 al di fuori della Cina.
Sempre dal documento pubblicato dalla University of Western Australia emerge un altro dato disastroso. Sembrerebbe che, a causa della forte crisi del turismo crocieristico, il debito delle tre maggiori compagnie di crociera al mondo continui a lievitare, attualmente valutato in circa 60 miliardi di dollari con effetti tellurici per l’intero comparto dei viaggi in crociera e la conseguente perdita di 1,17 milioni di posti di lavoro.
Numerose sono anche le compagnie di navigazione che, colpite dalla crisi del turismo crocieristico, sono state costrette a sfoltire la propria flotta privandosi di alcune delle loro ammiraglie. Al momento si registrano 18 navi da crociera vendute o demolite e almeno tre compagnie di crociera che hanno definitivamente cessato la loro attività.
Il futuro delle crociere in Italia e nel mondo: cosa aspettarsi?
Nonostante questi dati impietosi il mondo delle crociere rimane ottimista, forte anche di una costante domanda da parte dei fidelizzati e dei clienti abituali ai viaggi in crociera.
All’inizio del 2021, Carnival Cruises ha dichiarato che le sue prenotazioni per i viaggi in crociera anticipate per il 2022 hanno superato i livelli del 2019. Royal Caribbean invece, con un comunicato di qualche settimana addietro, ha fatto sapere che oltre 150.000 persone si sono offerte volontarie per viaggiare in crociera, allorquando le navi potranno mollare nuovamente gli ormeggi e prendere il largo.
I vaccini anti covid sono stati salutati come un’altra luce che lascia intravedere l’uscita da questo tunnel infernale, ma in ambito igienico-sanitario gli sviluppi sono ancora incerti e soprattutto restano da fare altre doverose considerazioni.
Tra i devotissimi dei viaggi in crociera, infatti, le opinioni sulla introduzione del vaccino obbligatorio per viaggiare sono divise e fortemente contrapposte. Mentre alcuni futuri viaggiatori sono disposti a vaccinarsi pur di tornare prima possibile a viaggiare in crociera, molti altri hanno minacciano di boicottare la compagnia che richiede il vaccino obbligatorio per viaggiare e per salire a bordo delle loro navi.
Carnival Cruises è attualmente l’unica grande compagnia di crociere al mondo a non aver annunciato l’obbligo del vaccino per i viaggi in crociera.
Intanto per viaggiare adesso e per tutto il 2021 le compagnie che salpano, o che salperanno a breve, lo faranno solo per spostarsi nei porti domestici con il vaccino obbligatorio per viaggiare e la “bolla” a terra, una misura che, come già sperimentato, scoraggia quanti desiderano viaggiare in crociera serenamente e in assoluta libertà.
I porti italiani: quale impatto hanno avuto le cancellazioni delle crociere nel mediterraneo?
La crisi del turismo in Italia è stata accentuata anche dalla cancellazione delle crociere nel mediterraneo. A tal riguardo una approfondita indagine è stata eseguita da “Risposte Turismo”, una società veneta specializzata nella ricerca e nello studio dei viaggi in crociera, che ha presentato i risultati del suo lavoro lo scorso 26 novembre durante l’edizione 2020 di Italian Cruise Watch.
Com’era prevedibile i dati emersi sono stati agghiaccianti: il blocco delle crociere nel mediterraneo a causa della pandemia da covid, in un periodo compreso tra marzo e ottobre 2020, ha privato l’economia italiana di un benefit pari a 925 milioni di euro.
Tale valore, per quanto disastroso si riferisce al mancato fatturato riconducibile solo all’indotto dei viaggi in crociera, ovvero alle mancate spese dei crocieristi a terra e ai conseguenti danni a cascata per tutta la filiera: dalle escursioni allo shopping, dalla ristorazione ad ogni altro tipo di attività o di consumi derivanti dagli approdi delle navi da crociere nel mediterraneo nei porti italiani.
Dal report di “Risposte Turismo” sono emersi altri dati disastrosi riguardo le crociere nel mediterraneo, ovvero quelli relativi alla movimentazione dei passeggeri nei porti italiani, peggiori addirittura di quelli registrati a livello mondiale. Il 2020, infatti, si è chiuso con poco meno di 800 mila passeggeri transitati nei porti italiani, segnando così un -93,5% sui dati registrati nel 2019, riportando la movimentazione dei viaggi in crociera negli scali italiani ai valori del 1993.
Sempre secondo i dati presentati da “Risposte Turismo”, il Veneto sarebbe la regione ad aver subito l’impatto più negativo, con un -206 milioni di euro, seguita da Lazio -204,6 milioni di euro, Liguria -176,5 milioni di euro, Campania -120 milioni di euro e Sicilia -65 milioni di euro.
Ma durante l’Italian Cruise Watch 2020 si è anche respirato cauto ottimismo per il futuro delle crociere nel mediterraneo e dei viaggi in crociera in Italia. Fa ben sperare ad esempio l’incremento degli investimenti, previsto per il triennio 2021-2023, destinati principalmente alle infrastrutture, ai terminal, ai dragaggi e trainati da parte di alcuni tra i più importanti porti italiani, fra i quali uno dei più virtuosi è risultato essere il porto di Messina con la sua Autorità Portuale di Messina.
Crisi del turismo crocieristico: una gabella in più da pagare per la città di Messina.
Gli effetti della pandemia sul tessuto economico della città dello stretto sono, di giorno in giorno, sempre più devastanti. Un vortice, che al momento appare inarrestabile, sta risucchiando nel baratro moltissime attività commerciali del centro storico e delle aree commerciali più frequentate.
Tutti dati confermati dalla camera di commercio peloritana che registra altri 2056 posti di lavoro persi nel primo trimestre del 2021. Numeri che per una città già economicamente allo stremo significano un allarmante aumento della povertà e un disagio sociale sempre più pervasivo.
In assenza di agglomerati industriali e di attività produttive agricole e della pesca, Messina, con il suo terziario, a stento era riuscita a sopravvivere alla crisi dell’ultimo decennio, grazie anche al proliferare di piccole realtà imprenditoriali che, con grande fatica, si erano lentamente affermate nell’ambito della ristorazione, del commercio e dei servizi, molte delle quali favorite dalla costante presenza delle crociere a Messina durante il corso dell’anno.
A differenza di altri importanti porti italiani, il turismo a Messina è quasi del tutto dipendente dai viaggi in crociera. Venezia, Genova, Napoli, Livorno (Firenze), Civitavecchia (Roma) ed anche Palermo possono contare su quello che resta il più importante segmento del mondo dei viaggi, ovvero il turismo residenziale.
I mancati approdi per diversi mesi delle navi da crociere nel porto di Messina e la conseguente crisi del turismo crocieristico hanno avuto per la città esiti impietosi. Facilmente si può calcolare (per difetto) l’impatto negativo dovuto all’assenza dei viaggi in crociera nella città di Messina.
Partiamo dalla movimentazione passeggeri a pieno carico con i dati ufficiali pubblicati sul sito ufficiale della Autorità Portuale di Messina. Nel 2019 erano stati 436.141 i potenziali passeggeri giunti nel porto di Messina a bordo delle navi da crociera, nel 2020 il tracollo con appena 57.252 passeggeri. Questi numeri evidenziano un -87% di movimentazione e sono attendibili solo per difetto in quanto, soprattutto nell’anno 2020, le navi non hanno mai viaggiato a pieno carico.
Per calcolare le perdite economiche riconducibili alla cancellazione o agli approdi “fantasma” delle crociere a Messina dovuti alla introduzione delle “bolle” per i servizi a terra, possiamo attingere ai dati resi noti da “Risposte Turismo” durante l’edizione 2020 di Italian Cruise Watch e ad una indagine commissionata e pubblicata da confesercenti ed eseguita dall’ OTIE (Osservatorio sul Turismo delle Isole Europee) qualche anno addietro.
Da questa ultima analisi sappiamo che nel 2009 la spesa generata dai crocieristi in transito nei porti siciliani era stata pari a 42.609.400,00 euro, di cui il 44% dovuto agli escursionisti organizzati ed il 56% a quelli indipendenti, così ripartiti: il porto di Palermo 22.771.383,00 di euro, a seguire il porto di Messina con i suoi 11.353.520,00 di euro, subito dopo il porto di Catania con 7.132.528 di euro, con la parte restante più esigua di 1.351.969,00 di euro ricavata dai porti siciliani minori di Trapani e Porto Empedocle.
Si deduce che il porto di Messina ha avuto un benefit di circa il 27% dell’intero flusso economico derivante dai viaggi in crociera in Sicilia. Una posizione consolidata e sicuramente migliorata nell’ultimo decennio, sia per l’aumento documentato della movimentazione passeggeri, sia in termini economici.
Volendo, dunque, ricavare il dato relativo alle perdite causate dalla crisi del turismo crocieristico per il porto di Messina, i 65 milioni di euro di perdite registrate nel report di “Risposte Turismo”, quale mancato fatturato nell’anno 2020 del turismo crocieristico per la sola regione Sicilia, indicano di fatto un ammanco di circa 17.550.000,00 di euro per la filiera turistica della città di Messina, dalle escursioni dal porto di Messina allo shopping, dalla ristorazione ad ogni altro tipo di consumo derivante dalla cancellazione dei viaggi in crociera nel porto di Messina.
Questo solo dato, per quanto calcolato per difetto, ha avuto e continua ad avere un effetto devastante sul tessuto economico della città dello stretto, pregiudicando fortemente anche la sua tenuta.
Il porto di Messina: quando rivedremo i turisti in città?
Dallo scorso 3 maggio sono nuovamente ripartite le crociere in Italia facendo scalo anche nel porto di Messina con l’approdo della bella Costa Smeralda. Ma come dicevamo, con le rigide “bolle” ancora vigenti le navi da crociera si possono solo ammirare da lontano in tutta la loro maestosità, ancorate lungo le banchine del porto di Messina come dei meravigliosi involucri fantasma con a bordo viaggiatori invisibili.
Le ultime notizie ci dicono che, per la libera circolazione almeno in Europa, quasi certamente entro il 15 giugno 2021 verrà introdotto il green pass per i viaggiatori, un lasciapassare sanitario nel quale viene incluso anche il vaccino obbligatorio per viaggiare che, come detto, quasi tutte le compagnie di navigazione già hanno previsto nei loro protocolli per consentire ai viaggiatori di salire a bordo delle loro navi e viaggiare in crociera.
Non sappiamo ancora se il green pass per i viaggiatori consentirà la rimozione o l’alleggerimento dei divieti durante gli scali nel porto di Messina e negli altri porti italiani. Le previsioni per tutto il 2021 restano incerte e anche i numeri della movimentazione dei passeggeri pubblicati nel calendario annuale dalla Autorità Portuale di Messina lasciano già presagire un altro anno di forte contrazione.
C’è un’altra tendenza sconfortante che penalizza al momento i viaggi in crociera. In questa fase così delicata, infatti, un gran numero di viaggiatori preferisce attendere per prenotare il proprio viaggio, un comportamento confermato da alcune analisi effettuate dalle OTA che registrano un aumento del 38% di prenotazioni effettuate nei 7 giorni prima della partenza e questa tempistica molto ridotta non agevola la scelta di viaggiare in crociera.
Ciononostante noi di Discover Messina ci sentiamo ottimisti per il futuro dei viaggi in crociera e siamo certi che lo siano anche moltissimi viaggiatori.
L’implementazione della campagna di vaccinazione su scala mondiale, l’introduzione del green pass per i viaggiatori, sono segnali incoraggianti riguardo la possibile riapertura delle frontiere per il mondo dei viaggi e potrebbero anche accelerare la vittoria definitiva della battaglia contro il covid-19.
Sappiamo anche però che le esigenze dei viaggiatori sono mutate in questo ultimo anno e che saranno sicuramente molto diverse di quelle antecedenti alla pandemia.
Interpretare e assimilare queste nuove dinamiche può essere la carta vincente per farsi trovare pronti ad accogliere nel porto di Messina i viaggiatori che arriveranno a bordo delle navi da crociera da tutte le parti del mondo.
Dalle stime fatte dalle grandi compagnie di navigazione il 2022 potrebbe essere l’anno propizio per lasciare i porti domestici e tornare a solcare i mari oltre i propri confini territoriali. Certamente alcune misure di prevenzione e di contenimento saranno assimilate e confermate sine die.
Non sappiamo ancora quali, ma per tornare a vedere i turisti passeggiare felici e spensierati per le strade di Messina sarà necessario attendere la definitiva rimozione delle “bolle” a terra e dei corridoi bio-securitari che vietano ogni tipo di contatto con i residenti.
Fa ben sperare anche il crescente interesse delle grandi compagnie per le tratte delle crociere nel mediterranneo, tutti itinerari che restano molto ambiti e in cima alla lista dei desideri dei cultori del crocierismo di tutto il mondo.
Il fascino dei nostri porti, delle nostre città e dei nostri borghi seduce ancora la fantasia di moltissimi viaggiatori, sempre più attirati dalle prelibatezze e dalle pietanze tipiche siciliane, insieme ai colori e al calore della nostra terra.
La bellezza delle nostre attrazioni naturali e antropiche resta l’arma vincente per sconfiggere la crisi del turismo crocieristico e restituire la fiducia anche ai viaggiatori più prudenti.
Per tutte le imprese che gravitano intorno al mondo dei viaggi in crociera, soprattutto quelle maggiormente esposte alla dipendenza degli approdi delle navi da crociera nel porto di Messina, la missione è resistere, superare questo lungo e frustante periodo di crisi per farsi trovare pronti ad affrontare queste nuove sfide.
Se il 2022 potrebbe essere un anno di transizione e di riallineamento per viaggiare in crociera, quasi certamente nel 2023 i viaggi in crociera potrebbero tornare a pieno regime di navigazione a livello globale, con un movimento passeggeri nel porto di Messina simile a quello registrato nel 2019.